Renato Cantini è un trombettista e produttore della scena italiana del jazz d’avanguardia. La rivista JAZZIT, con la recensione dell’album Neverwhere, definisce l’artista toscano ‘un designer di paesaggi sonori dai quali si percepiscono la conoscenza e l’evoluzione dello stile Davisiano’. L’approccio da autodidatta e l’incontro con lo strumento in età avanzata, racconta la storia di un musicista dal profilo iniziale tipicamente “Naif”, che incontrerà i primi maestri solo all’età di 25/26 anni. Dopo aver studiato privatamente la tecnica dello strumento con il Prof.Simone Squarzolo, avvengono gli incontri che lo segneranno per tutta la carriera: Enrico Rava, Paolo Fresu, Nico Gori, Franco Cerri, Marco Tamburini, Daniele Principato, Bruno Tommaso, Giancarlo Schiaffini e molti altri. Esperto di informatica musicale e musicoterapia è tutt’oggi il solo produttore dei suoi album che vantano recensioni positive sulle più note riviste specializzate: JAZZIT, MUCCHIO, SODAPOP, JAMYOURSELF…ecc. Come sideman e compositore ha circa 50 incisioni al suo attivo. Gli album più noti al pubblico sono: Neverwhere (feat. Daniele Principato, Nico Gori, Stefano Tamborrino, Claudio Ingletti) e The Fish ( in duo con il chitarrista Andrea Checcucci) usciti per l’etichetta EVENEIGHTSRECORDS. Ultimo lavoro, IPNOTIZE, prodotto in collaborazione con il contrabbassista Michele Staino, per la Fractal Infinity.
Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché?
Quando ero piccolo avevamo un organo a casa e a quel tempo mi divertivo a improvvisare, poco dopo ho studiato un po la chitarra. I primi studi seri li ho affrontati con il basso elettrico solo in seguito sono passato alla tromba
Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli.
Quando suonavo il basso ho avuto i miei primi gruppi alternative rock, non impazzivo al pensiero di dover suonare cover, secondo me la musica per essere sincera deve manifestare una personalità originale. Poi con la tromba ho deciso di affrontare studi classici e con la maturazione ho ridimensionato una visione fin troppo estrema, specialmente quando mi sono innamorato del jazz.
Qual è il tuo genere musicale?
Dal jazz tradizionale al jazz fortemente contaminato da altri generi
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Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Sono onnivoro, ascolto di tutto. Comunque la mia musica racconta la storia di una persona che ha ascoltato molto Miles Davis e tutti i suoi figli e nipoti.
Hai pensato di mettere insieme una band per i live?
L’ho fatto più volte, non so se all’uscita di questo disco lo farò.
Che cosa nei pensi dei Talent Show?
Un prodotto dei nostri tempi che scomparirà con l’esaurirsi della tendenza. Dai talent emergono molti talenti tecnicamente virtuosi che hanno poco da dire.
Cos’è la musica per te?
Un prodotto della natura
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Note sbagliate e cuore
Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
In breve su iTunes.
Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
L’ho fatto è stata una bellissima esperienza, ma voglio vivere qui, non intendo farmi cacciare dal mio paese perchè è gestito da un manipolo di cialtroni