Mitru è un “fottuto ragazzino” di origini rumene, uno che la vita la vive e che prova anche a scriverla, senza chiedere il permesso.
Ed è così che il suo durissimo Pezzo di Carta diventa una storia che apre uno squarcio su un universo parallelo, quello della voglia di esserci alla faccia di tutti, della violenza manifesta di certe infanzie e di quella più sottile di ogni giorno, una specie di urlo in bilico tra tradizione e modernità.
C’è chi autorizza ad esistere e sta tutto lì sopra, su quel “foglio di carta”.
Qualcuno ha scritto che “se un testo buca lo stomaco vuol dire che siamo ancora vivi” e questo ragazzo racconta senza fronzoli una storia di rabbia e diritto ad una legittimazione senza accenti.
Muovendosi tra gli snodi del rap, della trap cantata e di certa indie a caccia di un sound che risuoni con le nuove generazioni, il diciannovenne Mitru mescola citazioni etniche a macchie elettroniche proprie del suo tempo, con un autenticità espressiva quasi cruda ma mai fine a se stessa.
Il mondo che gli sfila a fianco viene filtrato dalla narrazione di una fatica antica, quella di essere parte di qualcosa senza smarrire l’intimo senso della propria origine.
Dal “carcere mentale” da cui da bimbo sente di dover evadere per la propria sopravvivenza, quello del pettegolezzo del borgo, degli stereotipi che ansimano dietro qualunque gesto si compia si passa in un baleno all’orizzonte adulto, che alterna il sogno di “spaccare” alla minaccia irridente di non riuscire.
Ci si può far del male a raccontarsi ma dopo si sta meglio.
Il singolo di Mitru evidentemente parla di cittadinanza, del sentirsi dentro a una comunità, e ci racconta del desiderio inestinguibile di esserne parte.
La prospettiva del narratore ci introduce nella contradditorietà dei sentimenti di chi vive in questa terra di nessuno, nella zona grigia che va oltrepassata una volta per tutte e porta l’ascoltatore ad immedesimarsi in una realtà che all’improvviso si mostra ostile, e che non fa sconti.
Sotto il profilo musicale il brano rimbalza su frasi balcaniche e contrappunti inconsueti per una classificazione rigorosamente trap, così come il flow dell’artista, frastagliato e ruvido.
Elettronica, sprazzi di atmosfere dell’Europa orientale ed una ritmica scura fanno il resto.
Prodotto da Colsennodiora per SMR ed edito da Round 35, il singolo esce Step Musique/Virgin.
“Ciao sono MITRU , e con “pezzo di carta” il mio primo singolo da artista mi presento.
Nel brano tratto diversi argomenti con sfaccettature molto crude da ascoltare, come la famiglia, il pregiudizio e la violenza in diverse forme.
La scrittura viene fuori da un momento di rigetto mentale in una calda serata d’estate.
Voglio lasciare libera interpretazione sul testo anche per le forti parole che uso.
Spero vi piaccia e susciti in voi delle riflessioni sulla vita di tutti i giorni.
Buon ascolto”