“Sono un artista, non vuol dire granché… oggi lo sono in tanti e c’è spesso un perché!”: l’incipit del nuovo singolo di Walter Di Gemma racchiude emblematicamente il contenuto scherzoso ma pungente del pezzo. Attraverso un comune intercalare, “Cioè, voglio dire”, l’artista ironizza sui ben noti mezzi che consentono di entrare nel mondo dello spettacolo. Servilismo, favoritismi, svendita di sé stessi, vengono descritti in modo impietoso, ma senza acredine e senza invidia: l’autore si colloca fuori da queste dinamiche, in parte per scelta, ma in parte per indole naturale, e ne patisce del resto le conseguenze.
Lui stesso racconta: “Mi sono divertito a trasferire in un brano tutto ciò che è capitato sulla mia pelle e a quella di molti miei colleghi, sentendo il bisogno di sfogarmi e di trattare argomenti che nessuno dice, per paura, per convenienza o perché si è scesi a compromessi; in pratica ho svelato coraggiosamente la scoperta dell’acqua calda.”
Un brano semplice e diretto che va dritto al punto; divertente, ironico e disincantato. Doppi sensi, frecciatine, ma anche una denuncia sincera di un sistema che da sempre va avanti valorizzando tutto tranne il talento. Un modo per invitare bonariamente (ma non troppo) il pubblico e il mondo dello spettacolo a riflettere su dinamiche accettate da tutti ma che penalizzano l’unica cosa che dovrebbe essere al centro: l’arte, la qualità, il prodotto genuino di un atto creativo.