“Daydream” – debutto d’autore per la band Double Soul Experience, prodotta da Riccardo Rinaldi (aka Ohm Guru)

DAYDREAM è un disco della band italiana Double Soul Experience (già Double Soul) È il primo lavoro discografico del gruppo, otto canzoni tutte cantate in inglese, che vedono la realizzazione e la somma delle esperienze passate, sia dei singoli componenti che del gruppo. È un progetto che nasce da lontano, dalla frequentazione tra Andrea Bellini (tastiere) e Alex Casolari (chitarre) che verso la fine degli anni ’90 scrivono alcuni pezzi, due dei quali vengono riproposti in questo lavoro. È nel 2014 l’incontro con la cantante Daniela Galli (a.k.a. Dhany) e la conseguente nascita del gruppo; da qui si materializza l’idea di un lavoro originale. L’influsso esercitato dagli artisti della scena londinese, su tutti Incognito, e del sound tipicamente afroamericano, è sempre stata molto forte, e si concretizza nella ricerca di una delicata miscela tra sonorità acustiche ed elettriche, tra ritmi r’n’b’ e sofisticati synth, tra il soul e il pop più raffinato. Tra il 2019 ed il 2020 si aggiungono tutti gli altri tasselli del disco, alcuni di essi scritti quasi interamente durante il lockdown della primavera del 2020. La quarantena forzata diviene il propulsore per la creatività; nonostante le distanze imposte dall’emergenza sanitaria, paradossalmente Daydream è un lavoro collettivo, nato dalla simbiosi e dalla sintesi di gusti musicali eterogenei ma simili. Ogni brano ha una propria specificità e dimensione, che riflette in parte anche il momento storico, oltre che il vissuto personale dei tre coautori. Infatti il tratto peculiare di questo disco è che, pur avendo stili e tematiche differenti, tutte le tracce, anche quelle più lontane in ordine di tempo, alla fine si ricompongono in un lavoro coerente e in qualche modo uniforme.

Uno dei temi dominanti di DAYDREAM è sicuramente l’amore, visto non solo come dinamica di coppia, pur nelle diverse sfaccettature, ma anche come messaggio universale, amore per il proprio lavoro o per il prossimo ed in generale per la vita. “Funk yourself” è la traccia che apre il disco ed è anche stato il primo singolo, uscito in digitale il 6 novembre scorso; è la prima traccia scritta “a quattro mani” tra Andrea e Alex e giustamente apre la tracklist. Vuole essere un invito a lasciarsi andare alla vitalità ed all’umanità della musica come antidoto ad un mondo che ti vuole sempre più efficiente, un robot, dove il “restare umani” è il mestiere più difficile. “Castle falling” è la storia di un rapporto che rischia di finire, e del desiderio che tutto possa sopravvivere al logorio del tempo, che fa diventare la relazione come un castello di carte che sta crollando. “Daydream”, la title track, parla di un amore bruscamente interrotto ma mai realmente morto, che torna ad ardere come brace viva nascosta sotto la cenere, riaccendendo vecchi rimpianti e brividi mai dimenticati nel cuore di una donna. Due universi paralleli che rimangono tali anche nell’evanescenza di un sogno…ad occhi aperti! “You can almost see the moon” è un brano che trova la sua ispirazione nelle ballad e nelle folk song americane, con aperture vocali quasi gospel.

Il tema qui è l’amicizia, come modo per uscire da un periodo difficile, espressa in forma di dialogo tra due amici, dove uno confessa all’altro di sentirsi a volte allo stesso suo modo, con la speranza, mai doma, che, guardando il cielo si può vedere la luna e ritrovare la pace. La fine di una relazione come momento di presa di coscienza di sé stessi è il tema centrale di “Nothing last forever (Unstable magnets)”. Non tutti gli spiriti sono fatti per cercare il conforto di uno scoglio sicuro, alcuni, come magneti instabili, devono mantenere un moto perennemente oscillatorio per preservarsi. “Being the first time (being the last time)” può essere vista come una storia di una notte, la prima e l’ultima. Come in una canzone di Springsteen, ma vista dalla prospettiva femminile, lei vaga in macchina per le strade deserte e si ritrova sola, in un qualsiasi posto, senza emozioni, a guardare le stelle sopra di lei. “Piece of gold” ci riporta in una dimensione più “leggera” pur essendo la presa di coscienza di una donna che si rende conto, all’interno di un rapporto a due, di non voler passare la vita a pregare per ricevere attenzioni, perché questo è in contrasto con la sua natura di “cosa preziosa”; l’atmosfera più dance (chiaro omaggio alla grande Donna Summer) lasci per un momento il passo ad un inciso con una grande apertura melodica.

L’ultimo brano del disco, anche in ordine temporale, è “Song for August”, una track molto elettronica e ipnotica, fatta di stratificazioni sonore e strappi quasi laceranti, totalmente realizzata durante il lockdown, di una coppia al limite dell’esaurimento per la costrizione di essere continuamente a contatto, e che per questo rischia l’implosione. Nonostante emerga l’incomunicabilità rimane un messaggio di speranza, racchiuso nel verso finale, di poter rivedere la luce in fondo al tunnel e tornare ad essere quelli di prima.